Premiate
a Klimahouse le opere architettoniche realizzate in legno e dall'elevato grado
di efficienza energetica. Costruzioni destinate a diventare un punto di
riferimento in risposta ai criteri internazionali imposti dalle pressanti sfide
climatiche e di sostenibilità ambientale.
L’utilizzo virtuoso delle materie
prime, il ricorso a tecniche di costruzione rispettose dell’ambiente, la leva
delle nuove tecnologie per efficientare i consumi energetici senza rinunciare
al comfort. Sono alcuni dei parametri di giudizio seguiti dalla giuria del
“Wood Architecture Prize” by Klimahouse, il primo premio nazionale per
l'architettura in legno, istituito da Fiera Bolzano con
la partnership scientifica del Politecnico di Torino, dell’Università
Iuav di Venezia ed in collaborazione con PEFC Italia, giunto alla seconda edizione.
Un’iniziativa nata con l’obiettivo di diffondere le varie filosofie costruttive e progettuali incentrate sulla promozione dell'impiego del legno attraverso la selezione di opere in grado di rappresentare i diversi contesti applicativi e di sperimentazione: nuove edificazioni, riqualificazioni e/o ampliamenti, sopraelevazioni di edifici esistenti, architetture sperimentali, progettate e realizzate sul territorio nazionale - con una particolare attenzione rivolta alla durabilità progettuale e all'utilizzo combinato con altri materiali sostenibili. Uno spettro ampio che spiega anche la scelta di non rivolgersi solo agli architetti, ma a tutti i membri della filiera delle costruzioni in legno come committenti, startup, Pubblica Amministrazione e imprese.
I progetti premiati sugli 80 in gara sono esempi virtuosi di realizzazioni concrete, a dimostrazione di come la sostenibilità, l’efficienza e il design possano unirsi nel presente per ispirare il futuro del settore in linea con gli obiettivi comunitari per un impatto climatico zero entro il 2050.
In occasione dell’evento di premiazione, nella seconda giornata di Klimahouse, sono stati annunciati i progetti vincitori nelle diverse categorie:
Il
primo è una sapiente riqualificazione di ex baraccamenti militari privi di
alcun pregio. Gli ampliamenti, in continuità per estrusione dei corpi di
fabbrica preesistenti, riplasmano nella totalità i singoli fabbricati
conservandone le geometrie elementari e, con controllate quanto minime
variazioni formali da uno all’altro, conferiscono unità all’insieme, grazie
anche al sobrio e coerente disegno dello spazio pubblico.
Il secondo è un’opera di grandi dimensioni che
utilizza la struttura lignea (sistema travi-pilastri) a vista, in combinazione
con altri materiali (cemento armato per gli orizzontamenti; metallo e vetro per
le chiusure).
La semplicità e il rigore dell’impianto planimetrico, insieme alla luminosa ariosità degli interni, restituiscono ambienti di particolare qualità per la fruizione comune.
Un “cabanon” concepito come spazio minimo, risolto con cura nell’equilibrato ancorché non scontato disegno dei dettagli. Un’indicazione di metodo realizzativo, a prescindere dall’opinabile collocazione del manufatto in un contesto naturale pregevole in quanto privo di tracce antropiche.
La giuria, presieduta dall’ Arch. Manuel Benedikter dell’omonimo Studio e composto dall’ Arch. Sandy Attia dello Studio MoDus Architects, dal Prof. Guido Callegari del Politecnico di Torino, dall’Arch. Mauro Frate dello Studio MFA Architects e Professore Iuav, dall Professor Roberto Gargiani dell’EPFL Ecole Polytechnique di Losanna, dal Prof. Paolo Simeone del Politecnico di Torino e da Luca Gibello, Direttore de Il Giornale dell’Architettura, ha assegnato inoltre tre menzioni speciali:
Arch. Cesare Querci,
selezionato per aver interpretato un’insolita quanto marginale commessa, conferendo una seppur basica dignità d’immagine a un servizio caritativo di prima necessità in un contesto urbano slabbrato e difficile.
Arch. Alberto Giobbi,
si è aggiudicata la menzione per la radicalità di un recupero edilizio che lavora all’interno di un antico involucro in pietrame, coibentando e rivestendo le pareti, lignei come i solai e la copertura. Si sottolinea la scabra originalità degli interni, lontani da atmosfere patinate.
Arch. Lukas Tammerle e Arch. Paul Senoner,
selezionato per la qualità e la coerenza con cui il progetto risponde ad un programma tuttavia non privo di criticità per il delicato contesto paesaggistico in cui si pone, come dimostrano le polemiche che, sul fronte ambientalista, hanno interessato l’intervento. L’architettura dissimula l’ingente cubatura, curando l’attacco a terra e optando per l’archetipica sezione a capanna. Gli spazi interni sono risolti con attenzione e restituiscono, grazie all’uso e al disegno dei dettagli, un’immagine di comfort domestico.
Premi per i vincitori del Wood Architecture Prize, un'esposizione fotografica itinerante a livello nazionale e con la partecipazione degli autori delle opere premiate in qualità di speaker all’evento “Waiting for Wood Architecture Prize 2025” a Venezia e al ReBuild Expo Congress 2024, fiera di riferimento a livello europeo nel campo dell’innovazione sostenibile in edilizia, che si terrà a Madrid dal 19 al 21 marzo 2024.
I progetti premiati otterranno inoltre visibilità in occasione di altri eventi organizzati o partecipati da Fiera Bolzano, sinergici al mondo del legno, e su riviste e strumenti di comunicazione di Klimahouse, Fiera Bolzano (web e canali social) e dei media-partner. Infine, i fortunati vincitori si aggiudicheranno un abbonamento annuale al network professionale del Gruppo 24 ORE, PARTNER 24 Network. Il vincitore della menzione Under 35 avrà diritto a un reportage fotografico della propria opera a cura dello studio fotografico Barbara Corsico (www.barbaracorsico.com).