Che cosa accomuna un riccio di mare e un insetto?

Klimahouse Congress

Sono modelli per edifici green, tecnologici e super efficienti!

Mattoni e intonaco, isolanti e cemento armato, camion che vanno e vengono, tempi di costruzione infiniti e tonnellate di scarti: scordiamoci tutto questo, appartiene al passato. Già ora ci sono edifici che servono allo stesso tempo da strutture portanti, da involucri e da filtri ambientali. Sono fatti con elementi a incastro costruiti da robot, come in una catena di montaggio. Vengono assemblati in poche settimane in cantieri dove la presenza umana è limitata e intelligente.

Questo è l’approccio rivoluzionario proposto da Achim Menges, architetto e professore all’Università di Stoccarda, direttore e fondatore dell’Institute for Computational Design. La sua ricerca è basata su un approccio interdisciplinare in collaborazione con un team di ingegneri, informatici, scienziati dei materiali e biologi.

Tutto parte dalla biomimetica, ovvero dall'imitazione scientifica della natura. Attraverso risonanze magnetiche, microscopi atomici e simulazioni digitali si analizza in dettaglio come sono composte particolari strutture naturali, quali le ali dei coleotteri o i gusci dei ricci di mare. Se ne imitano poi le caratteristiche per realizzare edifici innovativi, inventando ex-novo processi e materiali simili a quelli naturali.

Per dimostrare che questo nuovo modo di costruire è già una realtà, il 23 gennaio 2020 Achim Menges ha raccontato di persona due esempi mozzafiato al pubblico del Klimahouse Congress, nell’ambito della fiera specializzata Klimahouse a Bolzano.

Il primo si riferisce al Padiglione per la Mostra di Giardinaggio del 2014 a Schwäbisch Gmünd (nel Baden-Württemberg in Germania). Ispirato alle strutture dei cosiddetti “scheletri piatti” presenti in natura (per esempio quelli dei ricci di mare), il padiglione si compone di gusci di legno, ognuno dei quali viene progettato secondo un modello digitale flessibile e interattivo. 

Tutti diversi dagli altri e con una posizione ben precisa nell'insieme, i gusci sono stati infine montati in appena tre settimane in una sorta di gigantesco “puzzle” autoportante, senza bisogno di viti, bulloni o colle. Per rispetto del chilometro zero e dello zero waste, il legname è stato acquistato e lavorato solo nei dintorni della mostra, e gli scarti di lavorazione sono stati utilizzati per realizzare il pavimento.

Il secondo esempio è l’Elytra Filament Pavilion, commissionato dal Victoria & Albert Museum di Londra e lì esposto nel John-Madejski-Garden dal 18 maggio al 6 novembre 2016. In questo caso sono state utilizzate reti di fibra di carbonio intrecciate dai robot, imbevute poi con lacche speciali, che una volta indurite si sono trasformate in scocche estremamente resistenti, adatte sia a riparare dalla pioggia che dai raggi solari. 

Achim Menges non si è fermato qui: negli ultimi anni è stato protagonista di altri progetti eccezionali, come la torre e i nuovi padiglioni dell’Università di Stoccarda, o la produzione di speciali membrane interattive. Un professionista straordinario, che condivide i valori di sostenibilità e innovazione della nostra community. 

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